Maleducazione à la palermitana

Ieri sera mi é capitato di vedere una scena già vista mille volte, che ormai a Palermo sembra quasi normale. Pioggia, vento. Sono le otto e mezza di sera. Incrocio via Libertà-via Notarbartolo, direzione Politeama. Semaforo rosso. Io sono in macchina, fermo davanti alle strisce pedonali. Sappiamo tutti che esiste l’abitudine inveterata -che non so che motivi antropologici abbia- da parte dei nostri concittadini “a due ruote” di passare davanti le auto al semaforo rosso (magari usando la corsia di emergenza), salvo poi non partire per primi allo scattare del verde…

Ma ieri sera ho visto una scena surreale. Un moto-taxi-pizza mi sfreccia accanto, arrivando “sparato” sulle strisce, su cui stava attraversando una malcapitata ragazza, che ha, per fortuna, ottimi rifllessi e riesce ad evitarlo spiccando un gran salto…Ma non è questo che ha del surreale…Il ragazzo in moto non si scusa, non chiede alla ragazza se sta bene (così, per automatismo almeno), e la ragazza non si arrabbia minimamente, non fa proprio una piega, o meglio, salta per schivare le ruote e prosegue tranquilla fra le strisce e le pozzanghere.

Due riflessioni.

1) La più banale: ormai a Palermo (parlo di Palermo perchè qui sono nato e vivo, non voglio dire che in altre città non succeda lo stesso o peggio!) la maleducazione e l’arroganza inutile porta a sfiorare tragedie, letteralmente senza motivo; e mi chiedo da cosa sia provocata: certo, la dominazione borbonica e le altre hanno suscitato nei geni palermitani (e siciliani in genere) una reazione di rivolta male interpretata dal nostro cervello, che forse ci porta ad equivocare il “farsi rispettare” in senso sano con il sentirsi invincibili, in grado di poter fare tutto; e a considerare chiunque altro -al di fuori di noi stessi, della nostra famiglia e dei nostri amici- INFERIORE a noi.

2) La più positiva: quella ragazza mi ha colpito; non fraintendetemi, nemmeno ricordo come fosse fatta…! Ma, a parte l’invidiabile prontezza di riflessi “salvifica”, ha mostrato un equilibrio e una superiorità (questa sì, sana) difficile da trovare, a parte che nei monaci buddisti, e nemmeno in tutti. Ma mi sorge un dubbio: che fosse l’altra faccia dell’educazione (in senso pedagogico) palermitana? Che abbia non-reagito così per la solita PAURA palermitana? La stessa che fa sì che proliferino posteggiatori che chiedono il pizzo? La stessa che fa crescere e ingrassare LA MAFIA? Speriamo di no…

Diego Cammarata. Un uomo (minacciato) o un ologramma?

Spesso mi sono chiesto se Diego Cammarata – sindaco di Palermo ormai da una vita (dal 25 Novembre 2001, comunque troppo tempo) – fosse veramente un essere umano o un OLOGRAMMA.

Naturalmente vi chiedete perchè un ologramma. Certo. Non credo ci sia bisogno di dare chiarimenti ai Palermitani, ma per tutti gli altri (anche per lui) è corretto spiegarmi. Un sindaco, soprattutto di un comune grande e difficile come Palermo, ha tantissime cose da fare: amministrare, coordinare, essere presente nelle occasioni ufficiali, ma anche quando c’è un momento di crisi, dare risposte rassicuranti, ma anche concrete, e magari anche farsi benvolere. E’ vero, sono troppe cose e troppo impegnative per una sola persona, soprattutto se questa MISSIONE si fa senza PASSIONE, ma come se fosse un LAVORO. Ma -ammettendo che sia un lavoro-  come mai  bisogna “credere” che sia in Comune a fare il Sindaco, ma quasi tutti in città (tranne suoi amici, colleghi di partito, e addetti ai lavori) non lo trovano “in ufficio”? Come mai viene visto più alle occasioni mondane che al suo posto d’ufficio?

E’ per questo che ormai (affettuosamente) lo chiamo “l’ologramma”. E’ da una parte, ma è ANCHE da un’altra parte; e se è un uomo, è impossibile.

Ma -a parte gli scherzi tristi, sarcastici e un pò veri delle righe precedenti- oggi ho avuto una SORPRESA: ha ricevuto una busta con un PROIETTILE con una lettera di insulti e minacce. E oggi ho capito che è solo UN UOMO. Minacciato. In difficoltà. Io odio LA MAFIA. In tutte le sue forme. E anche se quasi tutte le scelte di questo sindaco sono state, secondo me, disastrose per Palermo, DIFENDO CAMMARATA…Minacciare con un proiettile è un gesto vigliacco e cattivo, MAFIOSO. E, secondo me, è intollerabile comunque, anche se Cammarata non è il sindaco migliore che potremmo avere.

Forza Obama!!!

Non so se questo si possa definire un vero post di un vero blog. Sicuramente riguarda poco l’Italia e praticamente niente la Sicilia e Palermo…

Ma le elezioni presidenziali degli Stati Uniti non sono un avvenimento locale: da queste elezioni dipende sicuramente “un pezzettino” del futuro di tutti noi, vista l’enorme influenza americana su tanti Paesi, in particolar modo quelli salvati dal terrore nazista, fra cui ovviamente anche l’Italia.

So che anche Barack Obama è un candidato con tanti difetti, non è di certo il “candidato ideale”; ma, a volte, è un obbligo morale scegliere …diciamo il “meno peggio”!…

Quel che è certo, gli ultimi otto anni di governo negli Stati Uniti hanno provocato più tragedie che benefici per l’Umanita intera; e insistere con un candidato repubblicano anche oggi sarebbe una FOLLIA.

Personalmente, mi auguro una netta vittoria del candidato democratico, nella speranza che certe orribili e incredibili pagine di falsità, arroganza, stupidità e colonialismo della storia americana possano essere, se non cancellate, quantomeno superate, visto che gli Stati Uniti d’America sono ANCHE costituiti da persone civili, liberali, per bene, simpatiche e intelligenti. Fatecelo credere ancora, per favore.

Saviano e la paura

Come volevasi dimostrare, adesso che Roberto Saviano ha deciso di lasciare l’Italia, iniziano le critiche: come quella di Roberto Maroni, che sostiene che lo scrittore non dovrebbe lasciare l’Italia perché tanto così non sfugge alla camorra (può darsi che comunque sia un pizzico più complicato?…); aggiunge che la lotta alla camorra la fanno da tempo E IN SILENZIO le Forze dell’Ordine e i Magistrati…Ora: verissimo che Polizia, Carabinieri, Giudici, ecc. fanno benissimo il loro dovere, ma sinceramente non ricordo che questo tipo di lotte, fatte in silenzio, quindi senza visibilità e senza SENSIBILIZZAZIONE SOCIALE E CULTURALE, abbiano mai avuto grande presa…E’ solo un’opinione, ma ho la sensazione che senza farlo emergere, quindi anche con visibilità, anche personale, un problema non si risolva…Se Maroni ha metodi più efficaci, oltre alla presenza dell’Esercito…Secondo me, la Denuncia sociale (oltre a Polizia e Carabinieri), insieme all’impegno attivo e in prima persona, é la chiave per smontare certe sottoculture.

Se poi Roberto Saviano é anche un uomo NORMALE, con la voglia di avere una vita privata e poter andare al ristorante con gli amici, gli vanno tutti addosso…Siamo strani…

Roberto Saviano

Roberto Saviano

I Comuni e i derivati (?!)

In questi giorni (in realtà i problemi sono iniziati da quasi un anno e mezzo) di panico in Borsa, con perdite di milioni di euro, con noi risparmiatori che non sappiamo che pesci prendere, c’é un’ inquietante domanda che mi frulla nella testa: visto che molti Comuni italiani in difficoltà (e sono tanti…) avevano trovato la panacea per tutti i loro problemi di bilancio investendo in derivati (quella “fuffa” virtuale di “strumento finanziario” basato sui debiti, ed enormemente rischioso, almeno per chi non ne capisce molto), qual’é adesso la situazione? Come mai non se ne parla? E il Comune di Palermo quanto ha “scommesso” in opzioni e roba simile?

Il tempio...della rovina

Il tempio...della rovina

I “ggiovani”…

Negli ultimi anni si parla spesso dei giovani contemporanei (spesso definiti “gggiovani”…) come di creature troppo disincantate, dediti al consumo di qualsiasi droga gli venga proposta, senza idee o obiettivi, privi di morale, spaesati e senza virtù; credo che in parte sia purtroppo vero, e le cause sono tante; ma ci sono tanti ragazzi che si impegnano per cose importanti, come il volontariato (ho conosciuto personalmente ragazzi di diciassette-diciottanni che si impegnano costantemente -ad esempio- per diffondere la cultura della donazione del sangue fra i loro coetanei), e che hanno delle passioni. Come questo ragazzo francese, Matthieu Rachmaida, che…se la canta e se la suona (e come suona!) nella sua cameretta…! Perciò, non esageriamo a puntare il dito su questa generazione…!                           Fonte: Youtube

Ah, la campagna…!

Questa volta, niente traffico, mafia, intrallazzi, politica o coscienza civile….Solo una segnalazione per chi volesse un calendario diciamo…ruspante!

 

Una delle belle...contadine!

Una delle belle...contadine!

Fonte: www.bauernkalender.ch

P.S.: esiste (…natura…lmente) anche la versione al maschile.

Cosa siamo?!

Oggi mi é capitato – come spesso faccio – di visitare il blog di Beppe Grillo, che, anche se criticato da più parti e in qualsiasi occasione, ha l’innegabile merito di portare al grande pubblico notizie che altrimenti non conosceremmo forse mai: andate a vedere il post di oggi  e capirete: per una volta non leggerete di affaristi e maneggioni, di Italietta e Poteri, ma di come noi Genere Umano possiamo fare schifo; leggerete di come anche gli orsi – a causa nostra – possano tentare il suicidio, per il troppo dolore…E mi chiedo. fino a che punto l’Uomo é superiore all’Animale? In che senso? P.S.: questo é il video preso in prestito proprio dal Blog di Grillo… Fonte: il Blog di Beppe Grillo

Romantico olf fashion

Ieri ero allo stadio (il Barbera – o meglio – la Favorita di Palermo) a vedere la partita di calcio Palermo-Reggina; raramente é stata una sfida divertente, solitamente la squadra calabrese è venuta in Sicilia con un atteggiamento difensivistico e chiuso, magari puntando su qualche contropiede, ma coprendosi dal primo all’ultimo minuto; e riuscendo spesso a portare via un punto.

Ma non é questo il motivo della mia riflessione (per la cronaca, questa volta la partita é stata vinta dai rosanero per 1 a 0, con un pregevole gol di fabrizio miccoli di esterno destro): durante – appunto – un contropiede della Reggina, il trequartista Franco Brienza (ex della squadra rosanero) ha notato che due giocatori si erano scontrati al centro del campo, rimanendo a terra doloranti; l’occasione era ghiotta: era a tu per tu con il portiere Amelia, pronto per infilare il classico gol dell’ex; ma si é fermato. 

Sì. Si é fermato. Con semplicità, con naturalezza. Con buon senso.

So che in questi casi si rischia di essere melensi, troppo “zuccherosi”; ma é stata la prima volta che ho visto “dal vivo” un gesto simile, in un ambiente che negli ultimi tempi è diventato sinonimo soltanto di tanti soldi, poteri più o meno trasparenti e sponsor globali, non di fair play e di rispetto.

Franco Brienza, 168 centimetri da Cantù (ischitano in realtà), aveva anche scritto una lettera aperta ai tifosi palermitani quando lasciò la squadra. E’ una lettera semplice, senza paroloni, un saluto. Ma in pochi lo fanno. La riporto per intero, perchè a me aveva commosso. E ieri il piccolo GRANDE Franco c’é riuscito di nuovo.

 

“In sette anni a Palermo avete imparato a conoscermi e sapete che non mi piacciono le dichiarazioni ad effetto o le parole strappalacrime, ma non potevo andare via senza salutare e, soprattutto senza ringraziare, attraverso stadionews, una città ed una tifoseria che mi ha voluto bene.
Sono arrivato che ero un ragazzino in una squadra in serie C che sognava di lottare dove adesso di trova, cioè in serie A alle spalle delle grandissime del calcio italiano. Ho avuto la fortuna di vivere forse le pagine più belle della storia rosanero con una splendida promozione prima in serie B e poi, anche se per metà stagione, in serie A. Ho avuto la fortuna di esordire, di giocare e di segnare in Coppa Uefa. Ero convinto che non sarei mai andato via da Palermo e forse proprio per questo motivo ho rinviato fino all’ultimo un addio che non avrei mai voluto vivere.
Lascio una città splendida, dei tifosi straordinari ed una società che mi ha fatto conoscere nel calcio italiano. Per tutto il pomeriggio ho pens
ato, più che al mio futuro, al presente del Palermo che giocava contro l’Udinese. Ho pensato al presidente, al direttore, a Guidolin, ai miei compagni ed ai miei “fratelli” Rinaudo e Tedesco. A tutti voglio dire grazie per l’affetto che mi avete dato. Vorrei sperare un giorno di ritornare, ma so che sarà molto difficile, anche se il calcio, come la vita, spesso riserva incroci impensabili. Ma questo ha poca importanza, ciò che conta è che ogni volta che ritornerò a Palermo mi sentirò a casa.
Con affetto, Franco Brienza”

 

Il fondo…

Stamattina mi sono chiesto fin dove si può arrivare – da parte di un’Amministrazione pubblica – senza rendersi conto che si sta toccando il fondo; ero in macchina (in Corso Alberto Amedeo a Palermo), bloccato senza speranza di poter capire quando sarei arrivato al mio “obiettivo”, con la corsia preferenziale intasata da tutti tranne che dagli aventi diritto.

Questo è solo uno dei problemi in cui si sta toccando il fondo, con calma parleremo di tutti gli altri; in sintesi, a Palermo si sta creando un circolo vizioso per cui ci si immobilizza in mezzo al traffico, non si arriva in orario al lavoro, i servizi diventano ancora più inadeguati, ci lamentiamo, ci arrabbiamo, il nostro corpo si ammala…ecc.,ecc.                                                                                                                        Anche l’espressione più comune del Palermitano è cambiata: fronte corrucciata e sguardo “western”, (direbbe Edika: perchè tanto odio?) come se uscire di casa fosse l’inizio di una battaglia uno contro tutti, come se l’importante fosse prevalere sull’altro, vincere e prevaricare… Eppure, sappiamo tutti che anche a Palermo, passate le ore di punta, torniamo delle persone, fragili, complicate, ma con un’anima…      

Ma adesso ho capito: forse dobbiamo toccare il fondo per risalire; un unico dubbio: sarà questo il fondo?